La poesia si fa suono
I casi della vita sono casi solo se li si guarda con occhi disattenti. Quando la direzione del fiume della vita prende una nuova ansa prima di terminare nel mare, quando il vento cambia direzione repentinamente e alimenta il fuoco inaspettatamente tutto sembra una sorpresa, anche se il tuo essere, inconsciamente, già aveva stabilito un diverso percorso. E su questo nuovo cammino l’incontro con la poesia di Eva ed il risuonare delle nostre corde che hanno vibrato per simpatia sulle cose dell’esistenza. Ci è bastato solo un attimo per decidere di abbinare la musica alle parole, poiché il tutto raccontasse di noi . Con queste quattro poesie speriamo di dare voce ad una parte di quelle emozioni profonde che attraversano la vita di ogni essere.
Walter Gatti
Eva del Moral
quattro poesie musicate da Walter Gatti per soprano e pianoforte
– La Voz (Aire)
Palpita nell’aria il fuoco della sua essenza
improvvisamente si posa tra le mie labbra
come una farfalla inumidita dai tramonti,
breve viaggiatrice di bellezze intangibili.
Sento il leggero movimento della sua melodia
trasfigurando spazi
aggiungendo abissi
allo tocco del suo passaggio,
mentre si dissolve
nella nebbia di altre labbra,
eterna marea di infinite onde
(17 maggio 2020)
– Agua
Dallo fondo intatto della memoria,
ombra deflorata
che culla
la mia memoria,
con volto umido
di tempi sinuosi
Io solco il tuo corpo,
al soffio di qualsiasi vento
smarrito, affannata
nell’eco delle tue onde diffuse…
…tanto dolore si agita tra le tue acque!…
Vieni a me, immagine cristallina,
affogami nell’abisso del tuo dolore,
accarezza il mio profilo ferito
con il fluire silenzioso delle tue lacrime
di pioggia,
come frange infinite e taglienti
che devastano
la vacuità insondabile della mia anima
(25 giugno 2020)
– Fuego
Albeggia la tua pelle
nella mia memoria,
La luce ti accarezza
con delicata pigrizia
mentre un bacio di luna
ancora s’impiglia
tra le tue labbra di frutta.
Il tempo cade in letargo al tuo fianco
e nel tuo sogno ignoto
abitano infinite assenze,
dimensioni perse
e ritrovate
in una marea lenta,
perenne e calma.
Riconosco il tuo profilo ardente
allo contatto caldo di una luce mattiniera,
abbandonato, intenso,
desiderato, amato,
imporporato al caldo
del primo raggio dell’alba,
bruciando il mio cuore insonne
con le braci vive del tuo corpo arcano.
(26 Agosto 2020)
– Madre Tierra
Ti vesti di primavera, profumata di vita,
mentre scuoti il tuo corpo dorato di soli
e crei ogni ciliegia con il suo fiore preciso.
Un mantello bianco adorna i tuoi capelli selvaggi
accarezzati da venti umidi, caldi di te.
Le tue mani si alzano al cielo
tremante di foglie nuove,
gravida di frutta,
sposa di un tempo evanescente,
nel quale infinite farfalle
abbandonano i loro corpi consumati
e ballano nell’eternità di un istante pieno.
Seguo il tuo piede sicuro,
Bevo dalla sorgente delle tue labbra aperte,
della rugiada che copre la tua erba,
della tua pioggia che canta nel mio silenzio,
madre terra, dolore solcato
di enigmi viventi.
(28 Agosto 2020)
Jules Massenet (1842 – 1912)
– Elegie per soprano, viola e pianoforte
O dolce primavera d’altri tempi,
verdi stagioni,
siete fuggite per sempre!
Non vedo più il cielo azzurro,
non ascolto più
il canto gioioso degli uccelli!
Portando via la mia felicità,
o mia amata tu te ne sei partita!
Ed è invano che ritorna la. primavera!
Si! non tornando con te il sole gaio,
i giorni colmi di sorrisi sono dipartiti!
Oh come tutto nel mio cuore è tetro e raggelato!
Tutto è avvizzito! Per sempre!
Johannes Brahms (1833 – 1897)
Due canti op. 91 per soprano, viola e pianoforte
– Gestillte sehnsucht (Friedrich Rueckert)
Immerse nella luce dorata della sera,
Quanto solennemente si ergono le foreste!
I venti della sera si mescolano dolcemente
Con le voci morbide degli uccelli.
Cosa sussurrano i venti, cosa sussurrano gli uccelli?
Sussurrano al mondo di dormire.
Ma voi miei desideri, sempre più eccitati,
nel mio cuore senza tregua!
Voi, miei desideri, che agitate il mio petto –
Quando riposerete, quando dormirete?
I venti e gli uccelli sussurrano,
Ma quando voi, desideri bramosi, dormirete?
Ah! quando il mio spirito non si affretta più
Sulle ali dei sogni in distanze dorate,
Quando i miei occhi non ospitano più anelito
Su stelle eternamente remote;
Allora i venti e gli uccelli sussurrano
La mia vita – e il mio desiderio – di dormire.
– Geistliches Wiegenlied (E.Geibel da Lope de Vega)
Voi che vi muovete
Intorno a queste palme
Nella notte e nel vento,
Voi santi angeli,
Mettete a tacere le cime degli alberi!
Mio figlio sta dormendo.
Voi palme di Betlemme
Nel vento impetuoso,
Perché vi adirete
Così adirate oggi!
O ruggito non è così!
Fermatevi, calmatevi
Con calma e dolcemente su di noi;
Mettete a tacere le cime degli alberi!
Mio figlio sta dormendo.
Il bambino celeste
Soffre per l’angoscia,
Oh, quanto è stanco di essere cresciuto
Con i dolori di questo mondo.
Ah, ora che nel sonno
I suoi dolori
Sono delicatamente sopiti,
Mettete a tacere le cime degli alberi!
Mio figlio sta dormendo.
Freddo feroce
Soffia su di noi,
Con cosa coprirò
Le membra del mio bambino piccolo?
O tutti voi angeli,
Che date ali alla vostra strada
Sui venti,
Mettete a tacere le cime degli alberi!
Mio figlio sta dormendo.
Richard Strauss (1864 – 1949)
Morgen op. 27 n. 4
E domani risplenderà di nuovo il sole
e sulla via che io percorrerò esso ci riunirà di nuovo, felici,
Su questa terra che respira il sole,
e sulla larga spiaggia dalle onde azzurre
noi tranquilli adagio discenderemo,
muti ci guarderemo negli occhi
e su di noi scenderà il muto silenzio della felicità.